venerdì 15 febbraio 2013

IL MIRACOLO DEGLI OCCHI DI MARIA

IL MIRACOLO DEGLI OCCHI DI MARIA

Il miracolo degli occhi del quadro della 
Madonna del Duomo di Ancona
25 giugno 1796

Con il nome di miracolo mariano di San Ciriaco si intende un evento riportato nel Regesto dei Miracoli di San Ciriaco[1], un registro tenuto dai parroci del Duomo di San Ciriaco diAncona dal 1706[1], secondo il quale il 25 giugno 1796, presso il Duomo stesso, gli occhi di un quadro della Madonna avrebbero iniziato a muoversi.[2]

Il dipinto, venerato dai marinai e chiamato Regina di tutti i Santi o di San Ciriaco, fu donato nel 1615 al Duomo da un marinaio veneziano per ringraziare laMadonna di aver salvato suo figlio da una tempesta.[3]
Nel 1796 le armate francesi di Napoleone Bonaparte, dopo aver invaso gli Stati del nord Italia, continuarono la loro discesa a sud verso lo Stato pontificio con l'intenzione di conquistare tutti i territori conquistati, saccheggiando chiese e depredandone i beni. [4]
Il generale aveva inoltre firmato l'armistizio che prevedeva la resa e la cessione delle città di BolognaFerrara e Ancona con la possibilità di confiscare tutti i beni della Chiesa.
Il Regesto, nella sua sintesi dei fatti notevoli, narra che gli anconetani, impauriti dalla notizia delle scorribande francesi, ampliata e resa più terrifica dalla propaganda papalina, si fossero rifugiati nel Duomo a pregare affinché alla loro città, in quell'epoca sede del principale porto pontificio, fosse risparmiata l'invasione francese.

Napoleone Bonaparte
Proprio il giorno in cui le truppe napoleoniche si apprestavano ad entrare in città, tra la folla intenta a pregare per scongiurare la temuta occupazione francese, una donna, tale Francesca Marotti[5], disse di aver visto muoversi gli occhi della Madonna raffigurata nel dipinto di San Ciriaco.[4]
La notizia si diffuse rapidamente e furono presto segnalati nuovi casi: l'evento sarebbe continuato ancora per circa sei mesi. [4]
Incaricato di accertare prudentemente i fatti, il Vescovo Ranuzzi riconobbe alla fine la manifestazione e il 6 luglio iniziò il processo di riconoscimento canonico delmiracolo, conclusosi il 25 novembre del 1796. La Madonna del Duomo, "Regina di Tutti i Santi", venne acclamata Patrona di Ancona. A Roma, la Congregazione dei Riticoncesse l'Ufficio liturgico e la Messa propri.[6]
Il 10 febbraio 1797 Napoleone raggiunse Ancona e proclamò la Repubblica Anconitana, che nel 1798 venne annessa alla Prima Repubblica Romana[7]. Veniva suggerito agli occupanti francesi di bruciare l'immagine e di punire come impostori, in particolare i Canonici del Duomo, coloro che avevano diffuso la voce del miracolo.
giacobini anconetani, temendo però le rappresaglie del popolo devotissimo all'immagine, consegnarono di nascosto il quadro a Napoleone che alloggiava a Palazzo Trionfi.[4]
La tradizione vuole che, preso in mano il quadro ritenuto essere una truffa dei preti[5], Napoleone, alla sua vista, sia impallidito e abbia ordinato di tenerlo coperto,[4]restituendo alla Vergine tutti gli ori che le aveva tolto.[8]
Il quadro della Regina di tutti i Santi venne quindi ricollocato in Cattedrale e tenuto coperto solo alcuni giorni la settimana.


L'immagine della Regina di tutti i Santi è uno dei simboli della fede degli anconetani. Nella notte tra il 16 e il 17 dicembre 1936 il quadro fu rubato; venne ritrovato avvolto in un giornale anticlericale il 24 gennaio 1937 ad Albano Laziale e riportato trionfalmente ad Ancona il 31 gennaio 1937.[3]
In merito all'evento, lo storico Massimo Cattaneo ha notato «una significativa contiguità temporale tra l’arrivo delle notizie sui "miracoli" in un determinato luogo e il loro inizio nello stesso immediatamente dopo» così da dar vita a «un movimento di diffusione per suggestione-emulazione che raggiunse la maggior parte dei centri del territorio pontificio», e in primis Roma, un fenomeno che «per durata – si protrasse almeno fino al febbraio del 1797 –, ampiezza dell'area geografica interessata, quantità e tipologia dei testimoni, appartenenti a tutti i ceti sociali ed i livelli culturali, emerge per dimensioni nella storia dell’Europa cristiana, pur così ricca di episodi di tale natura»[9].
Anche a Como, nella chiesa di San Donnino, si ebbe un caso analogo nel luglio del 1796[10].
Il prodigio fu interpretato come un segno divino contro la dominazione francese, reputata irreligiosa.[11] Viceversa, i filofrancesi ritenevano l'accaduto privo di ogni fondamento di autenticità: così in un opuscolo un rappresentante "giacobino" della municipalità di Como attaccava «l'arte dei Preti più amici dell'interesse, che della Religione» aggiungendo che era però «ben difficile d’ingannare i Filosofi, e gli Uomini niente superstiziosi»[12].
Anche tra i cattolici non simpatizzanti per posizioni riformatrici, comunque, ci fu chi espresse dei dubbi.
Monaldo Leopardi, padre del poeta Giacomo, riteneva che il fenomeno fosse un'illusione ottica e che vi giocassero un ruolo la paura per l'arrivo dei Francesi e la superstizione[9].
Il canonico comasco Giulio Cesare Gattoni giudicava che i prodigi osservati ad Ancona, a Roma e nella sua città mancassero «di tutti que’ caratteri che sogliono avere quando la Maestà divina vuol comunicarsi agli uomini per annonziare la verità, o confermarla». Gattoni, versato anche nelle scienze naturali, andò a fare un sopralluogo nella chiesa comasca dove si diceva essersi verificato il movimento degli occhi di una statua e ritenne di aver trovato un punto dal quale si poteva, «già ben riscaldata l’immaginazione», provare un'illusione ottica[13].

Voyager - Il miracolo degli occhi di Maria (07/01/2013)


Voyager in questa indagine documenterà un caso poco conosciuto ma davvero incredibile, un evento prodigioso registrato e testimoniato da migliaia di persone alla fine del '700: oltre 120 immagini della Madonna - a Roma e in tutto il Centro Italia - che cominciarono ad animarsi, prima dell'arrivo dell'esercito di Napoleone.
Il 1796 è un anno tragico per l’Italia: le armate napoleoniche hanno invaso tutto il Nord della penisola e stanno minacciando gli Stati del Papa. Con una serie di fulminee vittorie il ventisettenne Bonaparte ha sbaragliato i Piemontesi e gli Austriaci, occupando tutto l’occupabile. I saccheggi, le ruberie, le repressioni sanguinose si susseguono a ritmo impressionante. In Francia il giacobinismo ha eseguito una vera e propria mattanza di sacerdoti, suore e religiosi; il re e la regina sono stati decapitati e la scristianizzazione procede al tonfo lugubre della ghigliottina. Anche nella nostra penisola gli invasori sventrano chiese e profanano altari; chi si ribella viene selvaggiamente massacrato. Sembra che nessuno possa fermare quei diavoli che hanno già sconvolto il regno «cristianissimo» e non fanno mistero di voler sradicare per sempre la religione puntando sul suo cuore, Roma. Nei luoghi a rischio la gente è sgomenta, il popolo moltiplica le processioni e le invocazioni al Cielo per averne protezione.

In Ancona, che è il porto pontificio principale dell’Adriatico e fa gola ai Francesi, la cattedrale si riempie, si supplica la Madre di Dio con l’antica preghiera "Salve Regina", affinché si degni di rivolgere a chi la prega «quegli occhi suoi misericordiosi». E il 25 giugno, proprio mentre gli invasori sono alle porte della città, il quadro della Madonna del Duomo comincia a muovere gli occhi, portandoli sulla gente inginocchiata. La voce si diffonde immediatamente. Tutti accorrono da ogni parte. Il miracolo perdura per mesi, ininterrotto. Le Autorità sono costrette a promuovere un’inchiesta ufficiale, con tanto di notai verbalizzanti, perizie di scienziati e interrogatori di testimoni (che sono migliaia). Questa mole di documenti si trova ancora oggi negli archivi. I giacobini locali avvertono Napoleone che il clero anconitano sta truffando il popolo per farlo insorgere contro gli invasori. Appena entrato in città il Generale ordina che gli si porti il quadro, lo prende minacciando di distruggerlo. È alla presenza dell’intera municipalità, di canonici e del suo Stato maggiore: tutti lo guardano tenere il dipinto tra le mani. D’improvviso il suo volto sbianca, Napoleone esita, resta senza parole. Poi si scuote e riconsegna l’immagine, comandando di tenerla coperta. C’è chi giura che Napoleone ha visto il prodigio e ne è rimasto scosso. Il fatto è che ha cambiato idea senza motivo apparente, e non è da lui.

Occupata Ancona e sbaragliati i pontifìci, i Francesi dilagano: Roma non ha più speranze. Il papa Pio VI ordina preghiere, digiuni, cerimonie propiziatrici; si invoca soprattutto la Madonna, venerata nella capitale della cristianità in modo speciale attraverso le migliaia di «madonnelle stradarole» che fanno della città intera un vero e proprio Santuario mariano a cielo aperto.

E il 9 luglio anche qui la Regina «rivolge quegli occhi suoi misericordiosi» su chi la supplica. La Madonna detta dell’Archetto è la prima: sta nel rione Trevi, uno dei più popolari. Quasi nello stesso momento altre immagini mariane seguono. In breve, se ne contano a decine. La gente corre di qua e di là a vedere i miracolosi movimenti di occhi; occorre far intervenire la forza pubblica per disciplinare gli accessi.

Frattanto, anche in provincia accadono cose simili. Si hanno come due epicentri, Ancona e Roma. Roma soprattutto. A un certo punto si contano ben centoventidue immagini miracolose in tutti gli Stati del Papa. Anche a Roma si apre l’inchiesta ufficiale, i cui resoconti sono tuttora conservati. Poiché i fenomeni continuano a svolgersi sotto gli occhi dei giudici e dei cancellieri verbalizzanti e durano in qualche caso più di un anno, il processo viene ristretto a sole ventisei immagini miracolose, giudicate sufficienti per accertare la verità dei prodigi. Il Cardinale Vicario Giulio Della Somaglia (egli stesso testimone oculare) deve emettere un decreto che attesta ufficialmente quanto avvenuto; il Papa indice una serie di missioni da predicarsi nelle piazze principali (uno dei predicatori incaricati è San Vincenzo Maria Strambi); viene autorizzata una festa liturgica in ricordo degli avvenimenti. I prodigi avvengono in chiese, in case private, in conventi. Ma soprattutto all’aperto, dove la gente è quasi costretta a vederli. I testimoni sono unanimi: le immagini (dipinti, disegni, statue, bassorilievi) portano gli occhi sulla folla, avvolgono con uno sguardo materno gli astanti, poi si alzano verso il cielo. Come se raccogliessero le preghiere e le offrissero al Signore. A volte si tratta di Cristo o di Santi, ma è la Madre di Dio la vera protagonista. Le testimonianze, conservateci negli archivi, provengono da tutti i ceti: cardinali, popolani, artigiani, nobili, stranieri, perfino atei e infedeli. Impressionante il resoconto giurato di Giuseppe Valadier, il maggiore architetto dell’epoca (poi diventato filonapoleonico), che con la competenza dell’esperto descrive commosso i miracoli in ben sei immagini.

La Madonna di Settembre all'Arco dei Pantani, Roma.

In quei giorni la vita cittadina cambia, non si sentono più alterchi, bestemmie, risse, litigi; ai piedi delle icone miracolose si formano mucchi di refurtiva restituita, i confessionali traboccano, si devono tenere le chiese aperte anche la notte. Una simile «ondata di miracoli» non ha uguali in tutta la storia del Cristianesimo; eppure la storiografia non li ricorda. Uno storico insospettabile, il laicissimo Renzo De Felice, è stato l’unico a occuparsene in uno studio del 1965. Non ci credeva, naturalmente, ma non poteva non manifestare il suo stupore per il silenzio che, anche da parte cattolica, ha avvolto questo importantissimo pezzo di storia. La provocazione lanciata da De Felice è stata raccolta solo in tempi recentissimi da uno studioso, anch’egli laico, delle insorgenze antinapoleoniche (altro fenomeno storico rimosso, sebbene abbia coinvolto tutta l’Italia, con ben trecentomila uomini sollevatisi in armi contro gli invasori, in nome della religione). Si tratta di Massimo Cattaneo, che in un suo studio ha portato avanti l’indagine di De Felice, ammettendo che non può essere sbrigativamente classificato come truffa un fenomeno così esteso e duraturo: far produrre in miracoli centinaia di immagini in un territorio amplissimo, per mesi e mesi davanti a miriadi di testimoni (molti dei quali scienziati munitisi degli strumenti più sofisticati del tempo), senza che nessuno si accorgesse del trucco (e parecchie delle testimonianze provengono da notori miscredenti) è cosa impossibile.

Il significato di questi eventi.

Ma perché questo è avvenuto? Perché proprio lì? Perché non prima e non dopo? È quanto si sono chiesti Vittorio Messori e Rino Cammilleri in questo libro: Gli occhi di Maria (Rizzoli); in esso i due Autori, dopo una dettagliata ricostruzione degli avvenimenti, si interrogano sul loro significato in chiave cattolica. Sappiamo che quanto di peggio poteva accadere accadde: Roma fu invasa e depredata dei suoi tesori; perfino l’Archivio vaticano, la memoria storica dell’Occidente, fu portato via; il centro del Cristianesimo fu trasformato in Repubblica giacobina e ben due Papi vennero deportati; uno, Pio VI, morì in carcere in Francia.

Molto probabilmente, la Madre di Dio volle rassicurare i suoi figli: non si preoccupassero, perché quanto stava accadendo era stato supernamente previsto e doveva accadere, ma la protezione di Maria non sarebbe venuta meno.Scavando nel passato si scopre che fin dal XV secolo gli astrologi avevano predetto un colossale rivolgimento sociale e politico a partire dalla Francia e dal 1789. Impressionanti profezie, anche di santi come Benedetto Giuseppe Labre (la cui ricognizione canonica in vista della beatificazione non a caso avvenne il giorno precedente il primo miracolo romano), avevano avvisato.

Perché Dio ha permesso che la sua Chiesa entrasse, proprio in quel tempo, nel suo Calvario? È da lì, infatti, che comincia la modernità che siamo abituati a conoscere; è lì che inizia la lotta, e a mano armata, dell’Occidente contro la sua religione.

Qui si entra nella teologia della storia e si possono fare solo supposizioni. Il paragone che viene in mente è quello del Getsemani, con Cristo che supplica il Padre di scamparlo da quel che sta per succedergli. Ma succede lo stesso, perché è necessario che succeda. Gli uomini non hanno la consapevolezza dell’Uomo-Dio, né la sua totale fiducia in quel che ha decretato il Padre. Forse per questo è intervenuta in prima persona la Madre a consolare e rassicurare.

Non a caso, sia ad Ancona che a Roma, i prodigi del 1796 cominciano di sabato, giorno tradizionalmente consacrato al culto di Maria. Ella rivolge ai suoi figli, che glielo chiedono, «quegli occhi suoi misericordiosi», ed è un gesto che tutti i testimoni comprendono perfettamente: ne fanno fede gli atti ufficiali.

Ancora oggi, in Roma e in Ancona (ma anche altrove), lapidi e iscrizioni ricordano i miracoli di quell’anno straordinario.

A Roma, una delle più visibili la si trova in via delle Botteghe Oscure, vicino a quella che un tempo fu la sede storica del Partito Comunista italiano.La «madonnella» c’è ancora, circondata, ora come allora, di ex-voto per grazia ricevuta.

articolo di Simone Moreno - 25/06/2004
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Ipotesi su Gesù
articoli interventi e interviste
2001 :: il Tempo
Così i miracoli incidono sulla Storia
di Fausto Gianfranceschi
Vittorio Messori e Rino Cammilleri sono oggi i più attivi e coraggiosi studiosi cattolici, impegnati nell'approfondimento e nella divulgazione (altri operano nel silenzio e nell'ombra) di ardui aspetti storico-religiosi che talvolta lo stesso clero sottovaluta, magari per ignoranza o per prudenza mondana. essi amano cogliere i momenti in cui il soprannaturale si manifesta chiaramente nella realtà terrena. Con incessante e appassionata ricerca indagano nelle pieghe della storia per estrarne quegli eventi che la cultura laicista, oggi dominante, nasconde oppure cataloga fra le superstizioni (si ricordano i recenti, indegni attacchi al Papa per la beatificazione di Padre Pio). Essi non sono agiografi superficiali ed inattendibili poiché basano i loro studi su documenti ineccepibili; infatti la fede religiosa si nutre anche di cultura e di fatti accertati..
Adesso pubblicano insieme un libro di grande interesse, suggestivamente intitolato Gli occhi di Maria (Rizzoli), dove studiano il calendario e il senso dei miracoli mariani in Italia e nel mondo, prendendo spunto da quello che accadde a Roma nel luglio del 1796 (le truppe napoleoniche invadevano l'Italia, entrando nei territori della Chiesa), quando si verificarono una moltitudine di eventi prodigiosi, accuratamente documentati, che è incredibile come la storiografia ufficiale sia riuscita a nascondere, a cancellare. Cominciando dalla Madonna dell'Archetto, le immagini di Maria nelle strade della città mossero gli occhi davanti ai passanti stupefatti (il Salve Regina recita "Volgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi"). Le caratteristiche assolutamente uniche dell'evento furono la sua diffusione in tutta Roma -quasi sempre protagoniste le umili immagini "stradarole"- la sua ripetizione per moltissimi giorni, l'accorrere ininterrotto della folla nei punti critici, tale da richiedere l'intervento dei soldati per disciplinare la pressione. Fu presto istruito un processo che si svolse mentre i volti delle Madonne si animavano nelle strade; i testimoni furono centinaia e tutti asserirono di aver visto il movimento degli occhi.
Fra i testimoni figuravano anche non credenti, forestieri, fedeli di altre religioni. Un teste d'eccezione fu il grande architetto Giuseppe Valadier (futuro autore di Piazza del Popolo), che si recò a rendere la sua dichiarazione insieme con la moglie e due collaboratori che lo avevano accompagnato nella ricognizione. Il suo racconto, come si legge nelle carte processuali, fu di una precisione esemplare. Alla fine fu autorevolmente decretato che a Roma in quel periodo si verificavano autentici miracoli. D'altronde se si fosse trattato di una messa in scena, essa sarebbe stata ancor più prodigiosa e inspiegabile del prodigio sacro, dato il gran numero di manifestazioni e la folla di coloro che le videro. Qualche giorno prima dei fatti romani, si era svolto nel duomo di Ancona un primo episodio che ebbe uno strano seguito.
Un'immagine mariana cominciò a muovere gli occhi, e i cittadini accorsero con emozione, mentre le truppe francesi si avvicinavano alla città. Napoleone entrò in Ancona è fu subito informato del fermento cittadino per il miracolo nel duomo. Si fece portare il dipinto ordinando di chiuderlo in una cassa e di togliere il gioiello che lo ornava; poi guardò l'immagine da vicino e cambiò espressione, rimase perplesso, infine fece rimettere il gioiello al suo posto e accordò il permesso di ricollocare l'immagine nel duomo a patto che fosse coperta da una tenda da aprirsi soltanto in occasioni liturgiche. Lo strano comportamento (Napoleone non si contraddisse mai, come in questo caso, non revocò mai gli ordini appena impartiti) fa presumere che anche lui vide quel movimento degli occhi. Nella parte conclusiva del libro gli autori si chiedono quale sia il senso di questi miracoli. Essi pensano che abbiano un significato meta-politico, manifestazioni di una storia teologica parallela a quella profana. Nel 1796 Maria, mediatrice fra la terra e il cielo, avverte che sta cominciando un'era tragica per la Chiesa (di lì a poco devastata e depredata, con il Papa chiuso in una prigione dove muore), e che tuttavia continuerà a proteggere il suo popolo. Sulla base di questa ipotesi, Messori e Cammilleri formulano un calendario mariano a partire da quel momento, e mostrano che in seguito i numerosi miracoli (non soltanto in Europa) con l'apparizione della Madonna si verificarono in periodi cruciali per il popolo di Dio, come a Lourdes, quando era più forte l'attacco ideologico dell'ateismo, come a Fatima nel 1917, quando si stava abbattendo su gran parte dell'Europa la sciagura del bolscevismo.
Che dire alla fine? Io che sono un credente mi sono molto emozionato leggendo il libro e mi sono sentito confortato dai segni di una tutela celeste di cui abbiamo più che mai bisogno in questi tempi agitati, non possiamo nascondercelo, dalla minaccia di un'immane catastrofe.
Fonte:http://luisareali.giovani.it/diari/2677566/miracolo_a_roma_-_gli_occhi_di_maria.html
http://www.mariadinazareth.it/Immagini%20Miracolose/ancona%2025%20giugno%201796.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Miracolo_mariano_di_San_Ciriaco
http://www.et-et.it/libri/GODM/GODM_rec_01.html
Esiste una pagina di Storia dimenticata da oltre duecento anni: è il racconto, minuzioso e incredibile, di un'ondata di Miracoli che investì Roma nel 1796.
Tra processi ufficiali e deposizioni giurate se ne conteranno, ripetuti per mesi, oltre 120. 
Cerchiamo di capire cosa c'è di vero dietro quello che viene definito "l'evento più straordinario nella storia della Cristianesimo".
E come mai sembra essere legato a doppio filo con la comparsa in Italia di Napoleone Bonaparte.
Nel 1792, la Rivoluzione Francese prima e il Terrore poi, dichiarano guerra al cattolicesimo. Le chiese vengono profanate, statue e croci distrutte: 40 mila ecclesiasti riescono a fuggire, gli altri finiscono invece massacrati. Solo a Parigi e solo nella prima settimana di settembre vengono giustiziati 225 preti cattolici. Il culto è definitivamente soppresso il 18 settembre 1794. 
Due anni dopo Napoleone entra con le sue truppe in Italia: occupa Piemonte, Lombardia e Bologna , costringendo il Papa a firmare un armistizio a condizioni pesantissime. La minaccia di un'invasione è imminente e il cardinale Giulio Della Somaglia esorta i romani a invocare la Vergine Maria, implorandone la protezione. Due giorni dopo le sue preghiere sembrano, incredibilmente, trovare risposta.

Tutto inizia qui, in questo stretto vicolo del centro, alle otto di mattina del 9 luglio 1796. 
Il Maestro di Cappella Antonio Ambrosini viene attirato da alcuni passanti che, increduli, indicano questo dipinto della Madonna.
Il prete è sopraffatto dalla folla che si accalca e dall'emozione: Maria muove gli occhi guardando amorevolmente intorno a lei.
I soldati provano ad arginare la massa di persone stupite e in lacrime. Ma a salvarli dalla ressa sono le urla che arrivano da lì vicino
In vicolo delle Bollette, infatti, stesso fenomeno: qui però Maria apre gli occhi e li rivolge al cielo.
Il commerciante Bernardo Larco non ci crede; insieme ad altri scettici si avvicina con una lente e sale ad osservare questo dipinto: gli occhi si muovono davvero
La mattina seguente lo troveremo in ginocchio, devoto, che offre alla Madonna una corona d'argento.
Poche ore dopo, qui a S.Andrea della Valle, una donna indica all'artigiano Paolo Catolli che il quadro dell'Addolorata sopra la sua bottega sembra essere vivo.
Catolli ride perché quel quadro è opera sua, e immagina che si tratti solo di polvere mossa dal vento. 
Quando sale a pulirlo, però, rimane folgorato: non solo gli occhi si muovono, ma sono molto più luminosi di come lui stesso li aveva dipinti.
S.Maria in Vallicella: stesse ore, stesso prodigio. Qui il fenomeno sarà il più intenso e continuo di tutta Roma: la chiesa verrà costretta a rimanere aperta anche la notte, letteralmente occupata dagli increduli romani, per oltre un mese
E non solo: proprio qui di fronte, a muovere gli occhi è addirittura una statua in legno
Ai suoi piedi si getta addirittura un giovane malvivente romano convertito dal miracolo.
La stessa scena si ripete in molte altre vie di Roma: refurtive e armi vengono deposte sotto le immagini sacre. 
E a sera ogni quartiere ha la sua Madonna animata: tutta Roma è in strada. Tutta Roma prega.
Ma come è possibile che tutto ciò avvenga per le vie della città e non nelle grandi basiliche romane? 
Perché sono miracoli per la gente: in strada tutti sono obbligati a vederli. E tutti si possono sentire protetti
Il fermento a Roma è tale che Pio VI ordina subito un'inchiesta per accertare la verità. Mentre i prodigi sono ancora in corso. 

L'inchiesta è severa e rigorosa, ma i risultati indiscutibili. I documenti ufficiali recitano: "Dio sembra essersi compiaciuto nel circondare questa serie di prodigi, forse unica nella Storia della Chiesa, di prove proporzionate all'incredulità del nostro infelice XVII secolo".
122 casi tra Roma e provincia, oltre 50 mila testimonianze giurate di persone di ogni ceto e livello culturale: scienziati, medici, notai, militari. Tutti in ginocchio che giurano con la mano sui vangeli. Tra questi c'è anche uno dei più grandi architetti dell'epoca: Giuseppe Valadier
RINO CAMMILLERI, autore del libro "Gli occhi di Maria", sottolinea l'importanza della testimonianza di Valadier, un simpatizzante giacobino.
Le prove ufficiali sembrano schiaccianti. 
Eppure 200 anni di storiografia hanno completamente ignorato questo fenomeno.
Perché tutta la vicenda è stata liquidata come semplice superstizione settecentesca?
CAMMILLERI descrive la difficoltà degli storici a parlare di questi miracoli.
Nonostante i prodigi si ripetano per oltre sei mesi in oltre cento luoghi diversi, sono molti gli scettici che pensano a un'allucinazione collettiva dovuta alla paura dell'invasione napoleonica. 
Invasione che comunque avvenne: Roma fu occupata e il Papa deportato in Francia, dove morì di lì a poco.
La risposta allora potrebbe essere che il significato di questi miracoli non era politico, ma probabilmente del tutto religioso.

Come si legge nella commossa testimonianza dell'uomo di scienza e futuro giacobino Giuseppe Valadier: "Né il sole, né i lumi producevano alcun effetto, o sull'immagine o sul cristallo o sugli occhi degli astanti, e deve dirsi che questo movimento fosse totalmente prodigioso da non attribuirsi a cause naturali, ed estrinseche, bensì all'opera di Dio. Confesso il vero, che mi sentii in quell'atto ripieno di una grande dolcezza, e tenerezza interna, onde agli occhi mi si affacciarono le lagrime..."



di77566/miracolo_a_roma_-_gli_occhi_di_maria.html


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