NEGLI ULTIMI 20 ANNI???

Quanti poveracci credono ancora che Bersani sia contro Berlusca o addirittura contro Monti?
E' una finta competizione elettorale. E' una finta guerra fra i tre leader "maximi" ( ma solo per i loro media, prenderanno una legnata a queste elezioni). Giocano una parte, ora fanno finta di litigare, di essere rivali. Il tutto per prendersi i voti dei soliti babbei, per quelle persone che vedono la politica come misero "tifo" e non come servizio alla comunità.
Nei fatti i tre hanno governato insieme fino a ieri, hanno governato tutti loro più di una volta e hanno tutti loro fallito. Ci saranno dei colpevoli per questo disastro economico o no?
Chi ci ha governato fino a oggi? pinco pallino?
Questi elettori che si dividono ancora fra cdx e csx sono talmente imbevuti di propaganda che sono seriamente convinti che la colpa del disastro sia o solo del cdx o solo del csx.
Da una parte è 20 anni che si informano su mediaset e mer.da varia, dall'altra sono cresciuti tra Repubblica e tg3.
Queste persone sono irrecuperabili ma il cambiamento avverrà lo stesso. Basta una minoranza organizzata per liberare il paese dalla partitocrazia.D.
Nei fatti i tre hanno governato insieme fino a ieri, hanno governato tutti loro più di una volta e hanno tutti loro fallito. Ci saranno dei colpevoli per questo disastro economico o no?
Chi ci ha governato fino a oggi? pinco pallino?
Questi elettori che si dividono ancora fra cdx e csx sono talmente imbevuti di propaganda che sono seriamente convinti che la colpa del disastro sia o solo del cdx o solo del csx.
Da una parte è 20 anni che si informano su mediaset e mer.da varia, dall'altra sono cresciuti tra Repubblica e tg3.
Queste persone sono irrecuperabili ma il cambiamento avverrà lo stesso. Basta una minoranza organizzata per liberare il paese dalla partitocrazia.D.
Mi raccomando ..NON votate sempre gli stessi 2 partiti (C-SX...C-DX ) zeppi di ladri, imprenditori,finti cattolici, conservatori di destra, economisti di destra,pseudo-comunisti,finti economisti di sinistra, democristiani e socialisti sfuggiti a "mani pulite".



Questa era l'opposizione a Berlusconi!
Intervento di Luciano Violante alla Camera dei Deputati che spiega senza nessuna vergogna (e con una punta d'orgoglio) che la sinistra italiana ha permesso a Berlusconi di entrare in politica nonostante i conflitti di interesse, moltiplicando il fatturato di Mediaset.
Estratto da "Viva Zapatero!" di Sabina Guzzanti
I MISFATTI DEI GOVERNI DI "CENTRO-SINISTRA''
UNA POLITICA ECONOMICA E FINANZIARIA FEROCEMENTE ANTIPOPOLARE
Per sostenere l'entrata dell'Italia nell'Euro e la competitività del capitalismo italiano in Europa e nel mondo, i governi di "centro-sinistra'' non hanno esitato a torchiare all'inverosimile i lavoratori e le masse.
In cinque anni fra leggi finanziarie e manovre aggiuntive sono stati estorti alle masse ben 148 mila miliardi di lire fra maggiori entrate e tagli alla spesa sociale, assistenziale, sanitaria e previdenziale. Senza contare i continui rialzi delle tariffe controllate che hanno pesato enormemente sui bilanci familiari per servizi e beni di prima necessità come acqua, luce, gas, telefono, fognature, rifiuti. Inoltre, in base al federalismo fiscale, non si contano più i balzelli locali finanche le addizionali Irpef per regioni e comuni introdotte proprio in questi anni.
Al contrario, generosi sono stati i regali alle imprese e ai padroni: dalla proroga del condono previdenziale, all'introduzione della Dual income tax (Dit) che riduce le tasse alle imprese, agli incentivi alla rottamazione delle auto, agli sgravi fiscali e alle agevolazioni per le imprese che decidono di investire al Sud.
In questo quadro e nel quadro della cancellazione dello "Stato sociale'' e della privatizzazione dei servizi sociali, si possono annoverare anche le misure via via assunte dai vari governi di "centro-sinistra'' a favore del "terzo settore'', nonché quelle misure volte ad agevolare la previdenza integrativa che stenta a decollare attraverso agevolazioni fiscali e lo scippo del Tfr, ossia delle liquidazioni.
Per sostenere l'entrata dell'Italia nell'Euro e la competitività del capitalismo italiano in Europa e nel mondo, i governi di "centro-sinistra'' non hanno esitato a torchiare all'inverosimile i lavoratori e le masse.
In cinque anni fra leggi finanziarie e manovre aggiuntive sono stati estorti alle masse ben 148 mila miliardi di lire fra maggiori entrate e tagli alla spesa sociale, assistenziale, sanitaria e previdenziale. Senza contare i continui rialzi delle tariffe controllate che hanno pesato enormemente sui bilanci familiari per servizi e beni di prima necessità come acqua, luce, gas, telefono, fognature, rifiuti. Inoltre, in base al federalismo fiscale, non si contano più i balzelli locali finanche le addizionali Irpef per regioni e comuni introdotte proprio in questi anni.
Al contrario, generosi sono stati i regali alle imprese e ai padroni: dalla proroga del condono previdenziale, all'introduzione della Dual income tax (Dit) che riduce le tasse alle imprese, agli incentivi alla rottamazione delle auto, agli sgravi fiscali e alle agevolazioni per le imprese che decidono di investire al Sud.
In questo quadro e nel quadro della cancellazione dello "Stato sociale'' e della privatizzazione dei servizi sociali, si possono annoverare anche le misure via via assunte dai vari governi di "centro-sinistra'' a favore del "terzo settore'', nonché quelle misure volte ad agevolare la previdenza integrativa che stenta a decollare attraverso agevolazioni fiscali e lo scippo del Tfr, ossia delle liquidazioni.
IL RECORD DELLE PRIVATIZZAZIONI
I governi di "centro-sinistra'' hanno realizzato il non meritevole record mondiale delle privatizzazioni superando di gran lunga la Gran Bretagna della Thatcher e di Blair. In cinque anni quasi tutte le più importanti aziende pubbliche sono state svendute ai privati creando montagne di profitti, almeno 110.000 "esuberi'', cioè lavoratori licenziati o in via di licenziamento e soprattutto la perdita del controllo da parte dello Stato di importanti servizi come l'energia, le telecomunicazioni, i trasporti.
Uno dei primi atti del governo Prodi è stata la privatizzazione della terza e ultima tranche di azioni dell'Ina (21.6.96). A seguire, la terza e ultima tranche dell'Imi. Poi è stata la volta della Stet, con lo scorporo e la vendita della Seat, la società che gestisce le "pagine gialle''. Il PRC prima si dice contrario, poi si allinea alla maggioranza. La Stet viene successivamente incorporata nella Telecom il cui pacchetto azionario pubblico viene messo in vendita nell'ottobre '97.
Intanto, nel luglio '96, si dà attuazione alla privatizzazione dei servizi pubblici locali attraverso la costituzione di società per azioni in cui i Comuni possono partecipare solo con quote minoritarie. Il 21 aprile '99, il governo D'Alema approva un disegno di legge che privatizza definitivamente i servizi pubblici locali. Tutte le aziende municipalizzate (ossia aziende speciali e i consorzi gestiti direttamente dai comuni) che erogano in regime di monopolio acqua, gas, elettricità, trasporti urbani, rifiuti urbani vengono trasformate in "imprese''.
è poi la volta dell'Iri, i cui pezzi più pregiati Alitalia, Autostrade, Finmeccanica, Fincantieri e Aeroporti di Roma vengono a uno a uno messi sul mercato, fino alla sua liquidazione che avviene il 28 giugno 2000.
Il 16 aprile '97 viene privatizzato l'Istituto San Paolo di Torino. Il 16 gennaio '98 viene approvato il decreto legislativo che liberalizza il commercio abolendo licenze e regole di orario. Viene poi liberalizzata la telefonia fissa (16.2.98) e l'energia elettrica che porterà in breve tempo (il 25.10.99) alla privatizzazione dell'Enel.
Il decreto legislativo del 19.5.00 mette fine al monopolio dell'Eni sul gas.
La legge sulla Tv (legge Maccanico) approvata anche con il voto del PRC, che peraltro ha fatto salve le reti di Berlusconi, va nel senso della privatizzazione della Rai. Passi decisivi sono stati compiuti anche verso la privatizzazione delle Ferrovie (decreto del 27.3.98) e dell'Ente Poste trasformato in Spa il 16.1.98.
D'Alema arriva anche a vendere i beni demaniali ai privati, fra cui il Foro italico e lo Stadio olimpico.
I governi di "centro-sinistra'' hanno realizzato il non meritevole record mondiale delle privatizzazioni superando di gran lunga la Gran Bretagna della Thatcher e di Blair. In cinque anni quasi tutte le più importanti aziende pubbliche sono state svendute ai privati creando montagne di profitti, almeno 110.000 "esuberi'', cioè lavoratori licenziati o in via di licenziamento e soprattutto la perdita del controllo da parte dello Stato di importanti servizi come l'energia, le telecomunicazioni, i trasporti.
Uno dei primi atti del governo Prodi è stata la privatizzazione della terza e ultima tranche di azioni dell'Ina (21.6.96). A seguire, la terza e ultima tranche dell'Imi. Poi è stata la volta della Stet, con lo scorporo e la vendita della Seat, la società che gestisce le "pagine gialle''. Il PRC prima si dice contrario, poi si allinea alla maggioranza. La Stet viene successivamente incorporata nella Telecom il cui pacchetto azionario pubblico viene messo in vendita nell'ottobre '97.
Intanto, nel luglio '96, si dà attuazione alla privatizzazione dei servizi pubblici locali attraverso la costituzione di società per azioni in cui i Comuni possono partecipare solo con quote minoritarie. Il 21 aprile '99, il governo D'Alema approva un disegno di legge che privatizza definitivamente i servizi pubblici locali. Tutte le aziende municipalizzate (ossia aziende speciali e i consorzi gestiti direttamente dai comuni) che erogano in regime di monopolio acqua, gas, elettricità, trasporti urbani, rifiuti urbani vengono trasformate in "imprese''.
è poi la volta dell'Iri, i cui pezzi più pregiati Alitalia, Autostrade, Finmeccanica, Fincantieri e Aeroporti di Roma vengono a uno a uno messi sul mercato, fino alla sua liquidazione che avviene il 28 giugno 2000.
Il 16 aprile '97 viene privatizzato l'Istituto San Paolo di Torino. Il 16 gennaio '98 viene approvato il decreto legislativo che liberalizza il commercio abolendo licenze e regole di orario. Viene poi liberalizzata la telefonia fissa (16.2.98) e l'energia elettrica che porterà in breve tempo (il 25.10.99) alla privatizzazione dell'Enel.
Il decreto legislativo del 19.5.00 mette fine al monopolio dell'Eni sul gas.
La legge sulla Tv (legge Maccanico) approvata anche con il voto del PRC, che peraltro ha fatto salve le reti di Berlusconi, va nel senso della privatizzazione della Rai. Passi decisivi sono stati compiuti anche verso la privatizzazione delle Ferrovie (decreto del 27.3.98) e dell'Ente Poste trasformato in Spa il 16.1.98.
D'Alema arriva anche a vendere i beni demaniali ai privati, fra cui il Foro italico e lo Stadio olimpico.
SELVAGGIA LIBERALIZZAZIONE DEL "MERCATO DEL LAVORO'' E ATTACCO AI DIRITTI SINDACALI
Oltre ai regali fiscali e alle privatizzazioni i governi di "centro-sinistra'' hanno portato in dono ai capitalisti la piena liberalizzazione e privatizzazione del "mercato del lavoro'' all'insegna della famigerata "politica dei redditi'', del "patto sociale'' e del supersfruttamento.
Si inizia il 24 settembre 1996, quando governo, confederazioni padronali e vertici sindacali siglano un "patto sul lavoro'' in continuità e andando oltre l'accordo del 23 luglio '93 di Amato che cancellava la scala mobile e inaugurava la "politica dei redditi''. Il "patto'' di Prodi prevede flessibilità sul lavoro e sui salari, lavoro precario, "lavori socialmente utili'', "salario d'ingresso'', "contratti d'area'', contratti formazione-lavoro, lavoro in affitto (interinale), estensione dell'apprendistato a tutti i settori, stage, la privatizzazione del collocamento, sgravi fiscali e previdenziali alle aziende.
A distanza di pochi mesi, il 18 giugno '97, viene approvata la legge Treu, con i voti del PRC, che sulla base del "patto'' sancisce la completa deregolamentazione del "mercato del lavoro'' e la sua progressiva privatizzazione.
Nello stesso quadro il 1• ottobre 1998 viene approvato il decreto legislativo per l'istituzione dell'Agenzia "Sviluppo Italia'' che nella sostanza liberalizza e deregolamenta il "mercato del lavoro'' al Sud.
Nel frattempo viene privatizzato il collocamento (decreto legislativo del 23.12.97 e decreto attuativo del 13.5.98).
Nel luglio '98, in barba alla promessa sulla riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore, viene prorogato e peggiorato il regime degli straordinari attraverso un decreto governativo.
Il 28 novembre 1998 viene approvata la "riforma'' dei "Lavoratori socialmente utili''. Gli Lsu vengono trasformati in strumenti attivi del "mercato del lavoro'', ossia viene istituzionalizzato il lavoro nero, precario e sottopagato.
Il 22 dicembre 1998 viene siglato un nuovo "patto sociale'', il cosiddetto "patto di Natale'', fra governo D'Alema, associazioni padronali e sindacati sempre all'insegna della flessibilità e del supersfruttamento.
La mannaia del governo si abbatte sul pubblico impiego, anche in virtù della controriforma federalista Bassanini della pubblica amministrazione. Si inizia col blocco delle assunzioni e delle liquidazioni per sei mesi nel pubblico impiego stabilito nella finanziaria '97. Poi il primo accordo governo-sindacati del 12.3.97 introduce la flessibilità selvaggia e le "gabbie salariali''. I contratti della sanità e della scuola vengono chiusi all'insegna della privatizzazione del rapporto di lavoro. Il 10 agosto 2000 viene firmato l'accordo governo-sindacati che introduce nel pubblico impiego persino il lavoro temporaneo e interinale.
Il 24 aprile 2000 viene approvato un decreto legislativo sullo status di disoccupato che costringe i disoccupati ad adattarsi totalmente alle leggi del mercato capitalistico.
In una simile politica antioperaia e antisindacale non poteva mancare l'ennesimo attacco al diritto di sciopero con l'approvazione definitiva il 4 aprile 2000 di una nuova legge antisciopero nei "servizi pubblici essenziali'', che peggiora quella fascista del 1990. Un'approvazione favorita dalla rinuncia all'ostruzionismo parlamentare da parte del PRC.
Peraltro, il disprezzo del diritto di sciopero e dei diritti sindacali dei lavoratori era già stato mostrato in particolare dal governo D'Alema allorché fu siglato il patto con i padroni e il sindacato che cancellava di fatto il diritto di sciopero durante il giubileo, le precettazioni dei ferrovieri e del personale di volo, nonché il rifiuto di costituirsi in giudizio contro i referendum liberticidi, antioperai e antisindacali dei radicali, poi fortunatamente falliti.
Oltre ai regali fiscali e alle privatizzazioni i governi di "centro-sinistra'' hanno portato in dono ai capitalisti la piena liberalizzazione e privatizzazione del "mercato del lavoro'' all'insegna della famigerata "politica dei redditi'', del "patto sociale'' e del supersfruttamento.
Si inizia il 24 settembre 1996, quando governo, confederazioni padronali e vertici sindacali siglano un "patto sul lavoro'' in continuità e andando oltre l'accordo del 23 luglio '93 di Amato che cancellava la scala mobile e inaugurava la "politica dei redditi''. Il "patto'' di Prodi prevede flessibilità sul lavoro e sui salari, lavoro precario, "lavori socialmente utili'', "salario d'ingresso'', "contratti d'area'', contratti formazione-lavoro, lavoro in affitto (interinale), estensione dell'apprendistato a tutti i settori, stage, la privatizzazione del collocamento, sgravi fiscali e previdenziali alle aziende.
A distanza di pochi mesi, il 18 giugno '97, viene approvata la legge Treu, con i voti del PRC, che sulla base del "patto'' sancisce la completa deregolamentazione del "mercato del lavoro'' e la sua progressiva privatizzazione.
Nello stesso quadro il 1• ottobre 1998 viene approvato il decreto legislativo per l'istituzione dell'Agenzia "Sviluppo Italia'' che nella sostanza liberalizza e deregolamenta il "mercato del lavoro'' al Sud.
Nel frattempo viene privatizzato il collocamento (decreto legislativo del 23.12.97 e decreto attuativo del 13.5.98).
Nel luglio '98, in barba alla promessa sulla riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore, viene prorogato e peggiorato il regime degli straordinari attraverso un decreto governativo.
Il 28 novembre 1998 viene approvata la "riforma'' dei "Lavoratori socialmente utili''. Gli Lsu vengono trasformati in strumenti attivi del "mercato del lavoro'', ossia viene istituzionalizzato il lavoro nero, precario e sottopagato.
Il 22 dicembre 1998 viene siglato un nuovo "patto sociale'', il cosiddetto "patto di Natale'', fra governo D'Alema, associazioni padronali e sindacati sempre all'insegna della flessibilità e del supersfruttamento.
La mannaia del governo si abbatte sul pubblico impiego, anche in virtù della controriforma federalista Bassanini della pubblica amministrazione. Si inizia col blocco delle assunzioni e delle liquidazioni per sei mesi nel pubblico impiego stabilito nella finanziaria '97. Poi il primo accordo governo-sindacati del 12.3.97 introduce la flessibilità selvaggia e le "gabbie salariali''. I contratti della sanità e della scuola vengono chiusi all'insegna della privatizzazione del rapporto di lavoro. Il 10 agosto 2000 viene firmato l'accordo governo-sindacati che introduce nel pubblico impiego persino il lavoro temporaneo e interinale.
Il 24 aprile 2000 viene approvato un decreto legislativo sullo status di disoccupato che costringe i disoccupati ad adattarsi totalmente alle leggi del mercato capitalistico.
In una simile politica antioperaia e antisindacale non poteva mancare l'ennesimo attacco al diritto di sciopero con l'approvazione definitiva il 4 aprile 2000 di una nuova legge antisciopero nei "servizi pubblici essenziali'', che peggiora quella fascista del 1990. Un'approvazione favorita dalla rinuncia all'ostruzionismo parlamentare da parte del PRC.
Peraltro, il disprezzo del diritto di sciopero e dei diritti sindacali dei lavoratori era già stato mostrato in particolare dal governo D'Alema allorché fu siglato il patto con i padroni e il sindacato che cancellava di fatto il diritto di sciopero durante il giubileo, le precettazioni dei ferrovieri e del personale di volo, nonché il rifiuto di costituirsi in giudizio contro i referendum liberticidi, antioperai e antisindacali dei radicali, poi fortunatamente falliti.
CANCELLATO LO "STATO SOCIALE''
I governi di "centro-sinistra'' hanno dato dei colpi mortali allo "Stato sociale'' cancellando di fatto il diritto universale alla salute, all'assistenza e alla previdenza pubbliche e attuando una politica privatizzatrice e di stampo familista.
Già nel giugno '97 si apre la trattativa fra governo, sindacati e Confindustria sulla "riforma'' dello "Stato sociale'' con l'obiettivo di tagliare la spesa sociale e la partecipazione dello Stato alla gestione della previdenza, della sanità, dell'assistenza e del "mercato del lavoro''.
I primi risultati sono l'accordo governo-sindacati sulle pensioni del 1• novembre 1997 per completare e accelerare la controriforma Dini e il maxiemendamento alla finanziaria '98, con tagli strutturali alla spesa sociale, che viene definitiva una vera e propria "riforma''.
Il 27 marzo 1998, un decreto legislativo introduce l'Ise (Indicatore della situazione economica), ossia il cosiddetto "riccometro'' che cancella l'universalità del diritto alla sanità, alla previdenza, all'assistenza e all'istruzione. Sulla stessa scia e in base allo stesso criterio, il 3 novembre 1998 il governo vara anche il "sanitometro'' con i voti del PRC.
Il 12 giugno 1998 viene introdotto il "reddito minimo di inserimento'', un'elemosina che prefigura uno "Stato sociale'' residuale e dei poveri.
Alla fine del '98 prende avvio, con il voto favorevole del PRC, anche la "riforma'' delle locazioni con la quale il governo liberalizza il mercato degli affitti e cancella l'"equo canone''.
Fra il '99 e il 2000 giungono in porto altri provvedimenti fondamentali all'insegna della privatizzazione dei servizi e del familismo neofascista e cattolico ormai sposati indissolubilmente dal "centro-sinistra''.
Il 9 marzo '99 viene approvato il disegno di legge che cancella l'asilo nido pubblico. Il 18 giugno '99 viene approvata la controriforma della sanità elaborata dalla Bindi che peggiora all'insegna della privatizzazione, aziendalizzazione e regionalizzazione le "riforme'' precedenti.
L'8 marzo 2000 viene definitivamente approvata dal parlamento la legge sui congedi parentali che a ragione viene definita la prima legge organica di stampo familista. Infine, il 18 ottobre 2000, viene approvata dal parlamento la legge quadro sull'assistenza che dà l'ultimo colpo demolitore allo "Stato sociale'' e al diritto universale ai servizi sociali e all'assistenza privatizzandoli e scaricandoli sulla famiglia e le donne.
I governi di "centro-sinistra'' hanno dato dei colpi mortali allo "Stato sociale'' cancellando di fatto il diritto universale alla salute, all'assistenza e alla previdenza pubbliche e attuando una politica privatizzatrice e di stampo familista.
Già nel giugno '97 si apre la trattativa fra governo, sindacati e Confindustria sulla "riforma'' dello "Stato sociale'' con l'obiettivo di tagliare la spesa sociale e la partecipazione dello Stato alla gestione della previdenza, della sanità, dell'assistenza e del "mercato del lavoro''.
I primi risultati sono l'accordo governo-sindacati sulle pensioni del 1• novembre 1997 per completare e accelerare la controriforma Dini e il maxiemendamento alla finanziaria '98, con tagli strutturali alla spesa sociale, che viene definitiva una vera e propria "riforma''.
Il 27 marzo 1998, un decreto legislativo introduce l'Ise (Indicatore della situazione economica), ossia il cosiddetto "riccometro'' che cancella l'universalità del diritto alla sanità, alla previdenza, all'assistenza e all'istruzione. Sulla stessa scia e in base allo stesso criterio, il 3 novembre 1998 il governo vara anche il "sanitometro'' con i voti del PRC.
Il 12 giugno 1998 viene introdotto il "reddito minimo di inserimento'', un'elemosina che prefigura uno "Stato sociale'' residuale e dei poveri.
Alla fine del '98 prende avvio, con il voto favorevole del PRC, anche la "riforma'' delle locazioni con la quale il governo liberalizza il mercato degli affitti e cancella l'"equo canone''.
Fra il '99 e il 2000 giungono in porto altri provvedimenti fondamentali all'insegna della privatizzazione dei servizi e del familismo neofascista e cattolico ormai sposati indissolubilmente dal "centro-sinistra''.
Il 9 marzo '99 viene approvato il disegno di legge che cancella l'asilo nido pubblico. Il 18 giugno '99 viene approvata la controriforma della sanità elaborata dalla Bindi che peggiora all'insegna della privatizzazione, aziendalizzazione e regionalizzazione le "riforme'' precedenti.
L'8 marzo 2000 viene definitivamente approvata dal parlamento la legge sui congedi parentali che a ragione viene definita la prima legge organica di stampo familista. Infine, il 18 ottobre 2000, viene approvata dal parlamento la legge quadro sull'assistenza che dà l'ultimo colpo demolitore allo "Stato sociale'' e al diritto universale ai servizi sociali e all'assistenza privatizzandoli e scaricandoli sulla famiglia e le donne.
SCUOLA E UNIVERSITA' DELLA SECONDA REPUBBLICA
Particolarmente solerti sono stati i governi di "centro-sinistra'' nel completare e accelerare l'attuazione delle controriforme scolastica e universitaria.
Si parte con il decreto del 25 luglio '96 che legalizza e generalizza il numero chiuso per gli accessi all'università già previsto nella legge 341/90.
Con la "riforma'' Bassanini della Pubblica amministrazione viene concessa l'"autonomia scolastica''. Nel novembre '96, prende il via la "riforma'' degli esami di Stato che sarà varata definitivamente nell'autunno '98.
La scuola della seconda repubblica prende completamente volto nei primi mesi del 2000 quando arrivano in porto la legge quadro sul "riordino dei cicli scolastici'' (approvata definitivamente il 2.2.2000) che penalizza i figli del popolo, ripristina l'avviamento al lavoro e asserve la scuola direttamente ai capitalisti, e la legge sulla "parità scolastica'' (approvata definitivamente il 2.3.2000) da sempre invocata dalla destra e dal Vaticano, che equipara le scuole private a quelle pubbliche.
Il decreto Zecchino del febbraio 2000 e il decreto attuativo del regolamento sull'"autonomia didattica'' dell'agosto 2000 completano invece la controriforma universitaria inaugurata nel '90 da Ruberti.
Particolarmente solerti sono stati i governi di "centro-sinistra'' nel completare e accelerare l'attuazione delle controriforme scolastica e universitaria.
Si parte con il decreto del 25 luglio '96 che legalizza e generalizza il numero chiuso per gli accessi all'università già previsto nella legge 341/90.
Con la "riforma'' Bassanini della Pubblica amministrazione viene concessa l'"autonomia scolastica''. Nel novembre '96, prende il via la "riforma'' degli esami di Stato che sarà varata definitivamente nell'autunno '98.
La scuola della seconda repubblica prende completamente volto nei primi mesi del 2000 quando arrivano in porto la legge quadro sul "riordino dei cicli scolastici'' (approvata definitivamente il 2.2.2000) che penalizza i figli del popolo, ripristina l'avviamento al lavoro e asserve la scuola direttamente ai capitalisti, e la legge sulla "parità scolastica'' (approvata definitivamente il 2.3.2000) da sempre invocata dalla destra e dal Vaticano, che equipara le scuole private a quelle pubbliche.
Il decreto Zecchino del febbraio 2000 e il decreto attuativo del regolamento sull'"autonomia didattica'' dell'agosto 2000 completano invece la controriforma universitaria inaugurata nel '90 da Ruberti.
LA CORRUZIONE E LA MAFIA IMPERANO
I governi di "centro-sinistra'' non sono brillati nemmeno per "moralità''.
Nel marzo '98 il sottosegretario agli Interni Angelo Giorgianni (RI) viene accusato di collusione mafiosa ed è costretto a dimettersi. Nell'aprile '99 viene arrestato il sottosegretario al Tesoro Stefano (Nuccio) Cusumano (Udr) per collusione mafiosa. Nel '99 vengono condannati per abusivismo edilizio Franco Bassanini (vice di D'Alema) e Vincenzo Visco (ministro delle Finanze). Nel settembre '99 esplode lo scandalo della "missione Arcobaleno'', fiore all'occhiello del governo interventista D'Alema.
Nel gennaio '97, Prodi e Flick approntano un disegno di legge sul "patteggiamento allargato'', che rappresenta un vero e proprio colpo di spugna su tangentopoli. Il 26 gennaio 2000 viene varata la commissione per cancellare tangentopoli proprio come voleva Craxi.
Con un emendamento collegato alla Finanziaria '97 vengono abbonati 300 miliardi di tasse arretrati a ex parlamentari e consiglieri regionali. Nel dicembre '96 il parlamento restaura la legge sul finanziamento pubblico dei partiti.
Nel marzo '97, con decreto ministeriale viene aumentato del 10% lo stipendio a sindaci, presidenti di provincia e delle aziende speciali, assessori e consiglieri. Nell'ottobre '97 lo stipendio dei ministri viene equiparato a quello d'oro dei parlamentari. Quadruplicato lo stipendio dei ministri "tecnici'', ossia non parlamentari.
Nel 1998 il governo decide l'acquisto di 2 jet presidenziali da 150 miliardi e Prodi si triplica il fondo-spese di rappresentanza.
I governi di "centro-sinistra'' non sono brillati nemmeno per "moralità''.
Nel marzo '98 il sottosegretario agli Interni Angelo Giorgianni (RI) viene accusato di collusione mafiosa ed è costretto a dimettersi. Nell'aprile '99 viene arrestato il sottosegretario al Tesoro Stefano (Nuccio) Cusumano (Udr) per collusione mafiosa. Nel '99 vengono condannati per abusivismo edilizio Franco Bassanini (vice di D'Alema) e Vincenzo Visco (ministro delle Finanze). Nel settembre '99 esplode lo scandalo della "missione Arcobaleno'', fiore all'occhiello del governo interventista D'Alema.
Nel gennaio '97, Prodi e Flick approntano un disegno di legge sul "patteggiamento allargato'', che rappresenta un vero e proprio colpo di spugna su tangentopoli. Il 26 gennaio 2000 viene varata la commissione per cancellare tangentopoli proprio come voleva Craxi.
Con un emendamento collegato alla Finanziaria '97 vengono abbonati 300 miliardi di tasse arretrati a ex parlamentari e consiglieri regionali. Nel dicembre '96 il parlamento restaura la legge sul finanziamento pubblico dei partiti.
Nel marzo '97, con decreto ministeriale viene aumentato del 10% lo stipendio a sindaci, presidenti di provincia e delle aziende speciali, assessori e consiglieri. Nell'ottobre '97 lo stipendio dei ministri viene equiparato a quello d'oro dei parlamentari. Quadruplicato lo stipendio dei ministri "tecnici'', ossia non parlamentari.
Nel 1998 il governo decide l'acquisto di 2 jet presidenziali da 150 miliardi e Prodi si triplica il fondo-spese di rappresentanza.
Fonte:http://www.pmli.it/misfattideigovernicentrosinistra.htm
I misfatti del Governo Berlusconi, tutte le bugie svelate
Il terremoto dell'Aquila è stata una mano santa per tutti: palazzinari, mezzi d'informazione, politicanti, pseudo salvatori della patria, intellettuali. E così, quando anche George Clooney ha fatto la sua comparsa in città Sabina Guzzanti ha deciso di partire anche lei.
Un’ Italia ridotta a fettine
di Fernando Cannizzaro 06 ottobre 2012

Fonte:http://fattiemisfatti.com/2012/10/08/unitalia-a-fettine/
Il fallimento di Monti: tra numeri impietosi e conflitti di interesse....
Monti--La Grecia è il successo dell'euro.

401 giorni di Governo Monti. I principali provvedimenti presi dell’esecutivo:
il Decreto Salva-Italia, che ha contribuito ad aumenti indiscriminati di tasse, Iva, il salasso IMU, accise sulla benzina e con l’annessa mannaia sulle Pensioni. (L’età minima passata da 65 a 66 anni per gli uomini e da 60 a 62 per le donne, a 66 nel 2018. Gli anni di contributi saliti da 40 a 42 oer gli uomini, 41 per le donne.)
Poi è arrivato il decreto Cresci-Italia, con le liberalizzazioni, più annunciate che poi realmente attuate. A marzo è stata approvata la Riforma del Lavoro, che ha depotenziato l’articolo 18fornendo in cambio qualche minima tutela in più per i cocopro e per gli altri lavoratori.
Ad agosto viene varata la Spending Review, la legge di Revisione della spesa, in sintesi unaserie di tagli a Sanità (con meno posti letto), Regioni (1 miliardo 700 milioni di mancati trasferimenti in tre anni), aumento delle aliquote Irpef per le regioni in ‘rosso’, qualche fondo in più per Comuni e Province in cambio del taglio del 20% sulle spese.
Sempre in estate diventa legge il Decreto Balduzzi sulla Sanità. Riforme a costo zero, senza dare un euro al Sistema Sanitario Nazionale, tanto fumo e poco arrosto.
A dicembre viene approvato il Decreto Sviluppo. Anche in questo caso, molti annunci e pochi fondi per dare impulso alla crescita. La principale novità sembra essere l’agenda digitale con provvedimenti per la ‘banda larga’ e per informatizzare le società e la pubblica amministrazione.
Infine la Legge di Stabilità 2013 con il nuovo aumento Iva dal 10 all’11%, l’aumento della tassa sulla nettezza urbana, qualche tutela in più per gli ‘esodati’ prodotti dalla Riforma Fornero delle pensioni, maggiori fondi ai Comuni e per gli ammortizzatori sociali, stanziamenti per la Tav e per l’Abruzzo.
Tra le riforme mancate, quella sull’accorpamento delle Province.
In questi 13 mesi il consenso nell’esecutivo è andato via via calando. Dall’ampio sostegnoavuto sino a febbraio, man mano che le riforme si sono ‘fatte sentire’ sulla pelle dei cittadini c’è stato un calo di fiducia che è culminato in vere e proprie contestazioni.
Sai che ti frego
RispondiEliminai link alle paginr e li spammo sulle pagina fb
di"rubiera5stelle"e "reggio5stelle".
Lo sò che non ti arrabbi :-)
Bell'articolo,davvero.
Prego....diffondete...
RispondiEliminaQuesti dati, video e articoli bisogna schiaffarli nelle pagine ufficiali fb dei diretti interessati con una violenza terrificante. Io ho già invaso le pagine di Napolitano, Monti ( ha chiuso i commenti ), Fornero, Passera.
RispondiEliminaBella porcata...non ho però capito cosa propongono i tuoi beniamini/burattinai...
RispondiEliminaAHAHAHHAH!!!
RispondiEliminaE mi chiedi pure l'approvazione per pubblicare il commento?
Ora ho capito cosa propongono i tuoi burattinai: la dittatura.
"Turisti della democrazia"
I numeri non sono un'opinione, amico...parli di burattinai e di dittatura ....ce vò na faccia ..e sei ANONIMO!!!Roba da matti
RispondiEliminail pdl è il principale nemico delle liberalizzazioni perchè partito di lobby. finchè saranno al governo non c è speranza di andare avanti in questo settore. basta guardare l ultima legge sulla professione di avvocato per rendersi conto che invece di liberalizzare si va nella direzione opposta
RispondiEliminaLe liberalizzazioni sono la forma più antisociale di gestione del lavoro che esiste. Perché, al contrario di come si vuol far credere, la libera competizione, distruggendo le imprese più deboli (scenario veramente barbaro), va a creare paradossalmente uno stato di monopolio simile a quello attuale dove i pochi neo-monopolisti rimasti, fuori dal controllo dello stato, sono liberi di minacciare lo stato stesso e di esempi ce ne sono tanti.
EliminaIO VOTERò LE 5 STALLE CIOE'; VOLEVO DIRE, STELLE - SE GRILLO MI DIRà COSA SONO I PAIALI , LA MATINICCA -(TERMINE ETRUSCO) E LA PAGAIA.-
RispondiEliminaSE NON SA' QUESTE COSE ; PURTROPPO PER NOI "PECORONI" INDEFESSI . NON ESISTE ALCUNA RISOLUZIONE.!!!